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Governance dei parchi regionali, il contributo del coordinamento Liguria

E Federparchi divulga un documento-guida

( 22 Novembre 2016 )

Due contributi al dibattito sulla governance dei parchi regionali sono giunti in redazione negli ultimi giorni. Il primo è una proposta sulla governance delle aree protette della Liguria redatta da Federparchi Liguria con il contributo e la  condivisione di Federparchi nazionale e di tutti i presidenti degli Enti Parco regionali della Liguria. Il secondo è un documento nazionale sui parchi regionali, approvato all'unanimità da parte del consiglio nazionale di Federparchi.

  La prima proposta, nata come autonomo contributo di Federparchi Liguria al dibattito inaugurato dall'amministrazione regionale sul tema della gestione delle aree protette, è stata formulata a seguito di un preciso impegno assunto qualche mese fa nei confronti dell'allora assessore Giacomo Giampedrone, anche alla luce delle innovazioni al testo della Legge 394/91 recentemente approvate dal Senato.

  Il documento è denominato "Dai parchi liguri alla Rete dei Parchi della Liguria", per significare lo sforzo di un incremento delle sinergie gestionali tra le varie aree protette e tra queste e gli uffici regionali, allo scopo di ottenere, con le risorse umane e finanziarie a disposizione, attualmente modeste ed insufficienti a garantire la piena copertura dei compiti previsti, una messa in rete e valorizzazione di tutte le professionalità locali e regionali utili a poter rendere al territorio i risultati attesi in tema di tutela e conservazione di ambiente e biodiversità ma anche di sviluppo locale.

   La  proposta è articolata in 10 punti, e prevede l'acquisizione di nuove mansioni di area vasta fino a qualche anno fa garantite in gran parte dalle Provincie e dalle Comunità Montane, tanto nel campo della conservazione e dell'educazione ambientale quanto in quello della gestione di importanti settori quali i beni demaniali, le acque, i rifiuti e la programmazione (compartecipata con la Regione), l'agricoltura e le produzioni tipiche locali, senza trascurare il possibile ruolo ed il contributo dei privati operanti nelle aree protette tanto per quanto riguarda i pagamenti ecosistemici quanto per la possibilità di interagire con gli Enti gestori per progetti condivisi di sviluppo sostenibile. Tra le previsioni della proposta, che si presenta coerente con le previsioni della L.394/91 le cui modifiche sono state recentemente approvate dal Senato, quella di un mantenimento delle attuali strutture gestionali, basate su comunità, consiglio, presidente, direttore e dipendenti (attualmente non arrivano alle 30 unità in tutte le 6 principali aree protette della Regione), caratterizzate da efficienza e costo estremamente basso e il sostegno alla proposta, ormai in stato avanzato, di trasformazione del Parco di Portofino in Parco Nazionale, oltre che la messa in comune della gestione di alcune aree protette isolate e dei SIC della Rete Natura 2000 ai parchi esistenti. I risparmi così ottenuti potrebbero garantire un più equilibrato finanziamento delle altre aree protette, fornendo le risorse indispensabili per la partecipazione ed il co-finanziamento a bandi comunitari (che hanno negli anni recenti consentito di moltiplicare  di varie volte le capacità di investimento) e sostenere attività delicate ed importanti come l'educazione ambientale, la manutenzione della rete escursionistica e la vigilanza, che oggi a causa dell'accorpamento ai CC del CFS e della soppressione di fatto delle polizie provinciali, è del tutto carente soprattutto nell'entroterra, privato drammaticamente di presidio.

  Tutto questo - dicevamo - è stato recepito in un documento nazionale sui parchi regionali approvato all'unanimità da parte del consiglio nazionale di Federparchi.

IN ALLEGATO 

- (1) La proposta di Federparchi sui parchi regionali

- (2) La proposta elaborata dal coordinamento Federparchi Liguria dal titolo "Dai parchi liguri alla Rete dei Parchi della Liguria",

 
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